Eurizon fund azioni strategia flessibile r è il più grande fondo per AUM (asset under management) della società di gestione Eurizon Sgr di proprietà della più grande banca italiana Intesa Sanpaolo.
Grazie ai consigli dei consulenti di filiale alla clientela retail, sono confluiti in questo fondo oltre 5.144.000.000,00 euro. Se teniamo conto anche della categoria dei fondi destinata agli investitori istituzionali, le masse gestite salgono a 7 miliardi.
EF Azioni Strategia Flessibile R è un prodotto che appartiene alla categoria dei fondi flessibili, ovvero il cliente lascia ampia delega al gestore di poter investire il patrimonio sia in azioni che in obbligazioni potendo variare anche di molto l’asset a seconda dei momenti e delle opportunità che il mercato offre.
I limiti di investimento di EF Azioni Strategia Flessibile R sono molti ampi. Il gestore può detenere da un minimo del 40% fino ad un max del 90% del portafoglio in azioni. Mentre la parte obbligazionaria può essere incrementata fino al 60%. Inoltre il fondo può investire fino al 30% in quote di altri fondi di investimento.
Ma vale la pena investire come hanno fatto decine di migliaia di risparmiatori su EF Azioni Strategia Flessibile R ?
A prima vista sembrerebbe di si visto i dati di raccolta del prodotto, in realtà con la potenza di fuoco di oltre 3000 filiali si fa presto a fare massa. E poi avere a disposizione un gestore esperto che è in grado di diminuire la quota azionaria quando il mercato va male per poi incrementarla nei momenti di ripresa dovrebbe permettere di perdere di meno in alcuni momenti e guadagnare di più in altri. Una soluzione perfetta.
Se andiamo a vedere in numeri la realtà è ben distante:
Dato un investimento di 100.000 euro, a distanza di 3 anni il rendimento per il cliente è stato pari a -1.650 euro, ritrovandosi ad oggi un ammontare pari a 98.350.
Ma è stata colpa del mercato o del prodotto?
Un analogo portafoglio di due semplici ETF avrebbe generato un guadagno +16.720 euro. Un risultato veramente interessante se consideriamo che l’unica strategia adottata sarebbe stata quella di averli comprati e tenuti in portafoglio (strategia buy & Hold).
Quindi tutta la flessibilità che ha avuto il gestore sul prodotto non solo non è stata premiante rispetto al mercato, ma ha generato addirittura una perdita.
Ma se il cliente ha perso 1.650 euro, alla banca come è andata?
EF Azioni Strategia Flessibile R ha oneri e spese per 2,03% annui (di cui 1,80% di commissioni di gestione). Ciò significa che il costo sostenuto dal cliente in tre anni ammonta a circa 6.090 euro.
Da notare che EF Azioni Strategia Flessibile R è stato anche più volatile con una oscillazione del 10,71% contro una volatilità del paniere bilanciato a gestione passiva del 9,40%. Quindi minor rendimento e maggior rischio. Uno strumento decisamente inefficiente.
In definitiva il cliente ha messo i soldi, si è assunto in pieno il rischio di mercato ma l’unica a guadagnare veramente è stata la banca!
Ma allora perché non cambiare? Se un fondo non funziona ce ne sono altri migliaia disponibili sul mercato. Il motivo è semplice, il consiglio lo dovrebbe dare la banca. Ma vendere un prodotto della propria società di gestione per acquistarne uno della concorrenza andrebbe a ridurre il fatturato commissionale per la filiale.
Quando il costo della consulenza è implicito nei costi del prodotto, non si tratta più di consulenza ma di vendita. Eppure la normativa classifica come consulenza sia quella offerta dai consulenti abilitati all’offerta fuori sede remunerati dalle società di gestione in proporzione ai prodotti venduti, che quella offerta in filiale dove in molti casi si vendono fondi come al supermercato.
Non sempre gli interessi del risparmiatore coincidono con quelli della banca. Anzi quasi mai.
Mio parere personale… Ovviamente!